4.1. Il polietilene

4.1.1. La materia prima

Alla categoria dei polimeri termoplastici, appartiene il polietilene

(PE). I materiali termoplastici hanno la proprietà, se riscaldati

oltre determinate temperature, di passare dallo stato solido allo

stato viscoso e, col raffreddamento, indurire. Questa proprietà ne

permette la lavorazione come la formatura dei manufatti. Ogni volta

che si ripete l‘operazione di riscaldamento, il materiale perde un

po‘ delle sue caratteristiche. Il polietilene si presenta sotto forma

di piccoli granuli trasparenti. Per la produzione di tubi e raccordi

dedicati al trasporto dei fluidi, la materia prima è generalmente

addizionata con stabilizzanti, allo scopo di proteggere il polimero

dai raggi UV. In Italia si utilizza il nero fumo (carbon black) oppure

altri stabilizzanti colorati quali il giallo o arancio per l’utilizzo gas e

coloranti blu per utilizzo acqua. Un parametro molto importante è

l’indice di fluidità correlato alla viscosità del materiale. Il valore deve

essere compreso tra 0,4 e 1,3 g/10 min (ISO 1133 a 190° C 5Kg)

e densità ≥ 0,930 kg/cm3 .

I raccordi in PE 100 Wavin, possono essere saldati con tubi e

raccordi in PE 80 mediante il sistema di saldatura ad elettrofu-

sione.

Struttura della materia

Nel processo di polimerizzazione, la struttura dell’etilene viene

modificata fino a formarsi una macro molecola, costituita da tante

unità fondamentali detti MONOMERI, di forma lineare con ramifica-

zioni. La composizione chimica del polietilene è (-C2H4-)n

Formula chimica Etilene

Formula chimica del Polietilene

Con la rottura del doppio legame degli atomi di carbonio e con

l’unione testa a testa di queste unità, si ottiene il poli-etilene di

struttura lineare, chiamato OMOPOLIMERO. Nel processo di

polimerizzazione le molecole si combinano ottenendo così lunghe

catene di macromolecole.

Le macromolecole presentano delle ramificazioni di lunghezza

variabile, date dalle condizioni di polimerizzazione. Il numero e

la quantità delle catene laterali (ramificazioni), influenza alcune

proprietà della materia come la resistenza alla fessurazione e allo

stress cracking.

Il polietilene può essere rappresentato come un insieme dato dalla

parte cristallina e quello dato dalla parte amorfa. La fase cristallina

conferisce rigidità alla struttura. La zona amorfa ha difficoltà a

cristallizzarsi. La prevalenza di una delle due parti, conferisce alla

materia le principali caratteristiche meccaniche e fisiche. Durante

la polimerizzazione si possono addizionare dei COMONOMERI

con lo scopo di creare piccole ramificazioni alla catena principale.

Tale polietilene sarà chiamato COPOLIMERO. Lo scopo di modi-

ficare mediante comonomeri le catene e quello di legare maggior-

mente i cristalli tra loro, aumentando la resistenza meccanica nella

zona amorfa.

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