Araldica: note sulla collezione | Araldica: notes on the collection
Federico Pepe, creativo a tutto campo, esprime attraverso la collezione Araldica
alcuni dei temi che, nel tempo, hanno contraddistinto e qualificato il suo lavoro.
Immaginata come l’esito di un processo d’invenzione artistica, la collezione nasce
da un mélange di stimoli. Sulla macro-dimensione della grande lastra di rivestimento
ceramico a parete, le tessiture visive elaborate da Pepe assumono la configurazione,
ipnotica e affascinante, di una miscela cromatica variegata ispirata a quella delle
tradizionali carte marmorizzate: impiegate per lo più in editoria – e, più nello specifico,
nella legatoria artistica – queste carte sono ottenute mediante una tecnica decorativa
antica, attraverso la quale creare innumerevoli coaguli di colore per emulare le infinite
venature e marezzature delle superfici del marmo.
Su queste basi, estroverse e di forte impatto, alcune delle soluzioni disegnate da
Pepe prevedono la giustapposizione di due distinte grafiche lineari centrate rispetto
alla geometria della lastra: la figura di un “blasone” – uno stemma simile ad uno scudo
composito, che allude all’immaginario dell’araldica – e la forma di una “clessidra”,
originata dalla contrapposizione di due triangoli isosceli.
La ripetizione di queste geometrie sui diversi fondi marmorizzati, segue uno
schema che ricorda preziose tecniche d’intarsio e risulta utile a generare un intrigante
carosello di percezioni visive allusive: il prodotto risultante, secondo le intenzioni
del suo autore, si distingue per un impianto grafico estremo che rimanda al tema
dell’alterazione del senso della vista – incluso quello dell’allucinazione – definendo una
collezione ceramica di assoluta originalità espressiva.
Le soluzioni pensate a completamento della gamma hanno un tono differente:
originate dal desiderio di “mettere in scena” un voluto contrasto con le ceramiche di
rivestimento policromatiche, queste lastre sono connotate da un’assoluta neutralità di
tinta che assume le frequenze grigie del cemento. Monocromatiche, oppure distinte
da una sottile traccia colorata che riprende – in maniera stilizzata – le geometrie del
“blasone”, queste materie fanno da inatteso contrappunto alle soluzioni riccamente
decorate, anche con la volontà di creare scenari ambientali da comporsi avendo a
disposizione una tavolozza di suoni – istintivo il rimando al mondo dell’espressione
sonora – a diversa modulazione.
Con Araldica Federico Pepe genera un’intuizione creativa che, oltre a definire
i canoni estetici di una nuova “psichedelia da camera”, indaga inedite formule di
influenza percettiva tra il materiale ceramico decorato e l’individuo.