Rilievi: note sulla collezione | Rilievi: notes on the collection
La collezione Rilievi firmata da Zaven, è il risultato di un elaborato processo
progettuale che parte da un raffinato quanto virtuoso lavoro combinatorio tra
due elementi di base: una grande lastra ceramica e una sovrapposta “formella”
tridimensionale. Le modalità in cui i due “ingredienti” si combinano possono variare
in ragione della loro moltiplicazione numerica, delle giaciture di posa delle lastre,
delle sagome ottenute accostando le formelle le une di seguito alle altre,
delle combinazioni e giustapposizioni tra ciascuno degli elementi della collezione;
le composizioni risultanti da queste associazioni, aumentano esponenzialmente anche
in ragione della ricca gamma cromatica in cui sono proposte le lastre - in sei tinte -
e i tre distinti modelli dei rilievi tridimensionali - disponibili in sette colori.
L’alto numero dei possibili abbinamenti tra gli elementi base definisce un tratto di
identificazione sostanziale della collezione che, nel suo insieme, si propone come un
“sistema” di rara potenzialità espressiva, distinto da un’assoluta originalità e da una
concreta unicità rispetto alle proposte ceramiche contemporanee.
Rilievi è un’invenzione progettuale in equilibrio tra momenti storici differenti;
se per un verso i moduli volumetrici delle formelle traggono ispirazione da alcuni
esperimenti espressivi condotti in Italia in un periodo compreso tra anni Sessanta
e Settanta - basti pensare ai bassorilievi ceramici modulari di Nino Caruso o alle
curvature plastiche delle tele di Agostino Bonalumi - le lastre in grande formato sono
il risultato di una ricerca, materiale e tecnologica, che ha raggiunto standard di qualità
assoluti in tempi recenti.
Il felice connubio tra la sapienza artigianale e quella dell’industria, così rilevante
e caratterizzante per la storia del Made in Italy, trova in questa collezione ceramica
una nuova, incisiva formula con cui manifestarsi; ragionando sui fattori di scala dei
singoli elementi, sulla loro ripetizione modulare e possibilità combinatoria, gli Zaven
realizzano un lavoro capace di introdurre un canone inedito ed esemplare, che rinnova
il rapporto tra geometrie piane e in rilievo e postula un’idea di volume ceramico del
tutto inattesa.
Il gioco d’ombre portate sulle superfici delle lastre, dato dall’incidenza della luce
sulle emergenze dei moduli, produce un effetto di profondità architettonica singolare
che, in ambito specificatamente ceramico, ha pochi eguali e pone i presupposti per
esplorare un’innovativa intenzione decorativa degli ambienti interni.