ti che portino calore nei luoghi più diversi: dalla

casa ai laboratori dove le tecnologie di accumula-

zione dei dati hanno raggiunto livelli di ingegneria

digitale incomprensibili ai comuni mortali. Questa

civiltà digitale, il pensiero e il benessere degli

individui che ne fanno parte, non sarebbero possibili

se non venissero ancora ricercati e realizzati sistemi

di generazione del calore e della sua distribuzione

che tengano conto di un crisi energetica permanente:

non solo in termini di quantità disponibili ma anche,

sempre di più, rispetto alla necessità di utilizzare

diverse fonti di energia rinnovabile.

In questo senso, Tomás Maldonado, primo guru del pro-

getto sostenibile, con il suo grande libro La speranza

progettuale pubblicato esattamente trent’anni fa, in un

nostro recente dialogo ora pubblicato sulla rivista

Domus, torna a proporre una questione cruciale: “Come

può il design essere un fattore di rinnovamento, per inserirsi in mondi produt-

tivinuovi,osemplicementediversi?” Il terreno della sostenibi-

lità è in effetti una delle ultime chance rimaste ai

designer per poter rinnovare il parco degli oggetti

in una società anche post-industriale. I mercati e gli

of the individuals who are a part of it would not be

possible if there were no research and creation of

heat generation and distribution systems that take

into account a permanent energy crisis: not only in

terms of the quantity available but, increasingly, in

terms of the need to use different sources of renew-

able energy.

In this sense, Tomás Maldonado, the first guru of

sustainable design, in his great work La speranza proget-

tuale (The Promise of Design) published exactly thirty years

ago, in our recent dialogue now published in Domus

magazine, poses this crucial question once more:

“How can design be a factor of renewal, to become part of new, or simply

different, productive worlds?”. The area of sustainability is,

in effect, one of the last chances for designers to

renew our set of objects, also in a post-industrial

society. Markets and users are becoming increasing-

ly discerning in this sense but, paradoxically, the

creativity of designers finds it difficult to pro-

duce solutions that are not exclusively formal, where

reference to the question of ecology does not mean

simply imitating a nature that no longer exists.

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