calore con scambiatore di calore in alluminio possono azionare solo
impianti con una tecnica anticorrosiva a sistema chiuso. I vecchi impianti
aperti devono essere convertiti in impianti chiusi. Con impianti senza
barriera ermetica anti-ossigeno (ad es. tubi in plastica non a tenuta con-
tro la diffusione) occorre montare una separazione di sistema con gene-
ratori di calore dotati di scambiatore di calore in alluminio.
In caso di installazione di un generatore di calore in alluminio in un
impianto preesistente deve essere verificato che nel vecchio impianto
non siano stati utilizzati degli additivi non adatti ad esso. Eventualmente
l'impianto esistente dovrà essere sciacquato in profondità. Il valore del
pH dell'acqua di riscaldamento non trattata dovrebbe essere, con gene-
ratori di calore in materiali ferrosi, tra 8,2 e 10. Occorre osservare che il
valore del pH cambia dopo la messa in esercizio, specialmente in ragione
della riduzione dell'ossigeno e dell'eliminazione del calcare (effetto di
auto-alcalinizzazione). Si consiglia di verificare il valore pH dopo alcuni
mesi di esercizio dell'impianto riscaldato (vedere anche VDI 2035 T2).
Con generatori di calore in materiali ferrosi può aver luogo eventual-
mente una alcalinizzazione necessaria mediante l'aggiunta, ad esempio,
di trifosfato di sodio. Con l'utilizzo di acqua totalmente desalinizzata
sono sostenibili anche valori del pH inferiori rispetto a 8,2. Con genera-
tori di calore in alluminio non può essere effettuata alcuna alcalinizza-
zione attraverso l'aggiunta di prodotti chimici. Se vengono utilizzati
additivi o antigelo (se omologati da Buderus) nell'impianto di riscalda-
mento dell'acqua calda sanitaria, devono essere osservati i dati del pro-
duttore dell'additivo o dell'antigelo. Ciò vale specialmente in relazione
alla concentrazione nell'acqua di riempimento, ai controlli regolari
dell'acqua dell'impianto e alle misure di correzione necessarie.
2.2
Evitare la formazione di calcare
Con il riscaldamento dell'acqua il calcare si forma attraverso la reazione
chimica di bicarbonato di calcio e magnesio dissolti in acqua a tempera-
tura ambiente.
Il bicarbonato di calcio si scinde in carbonato di calcio (calcare), acqua
ed anidride carbonica, il bicarbonato di magnesio invece in idrossido di
magnesio e anidride carbonica.
Bicarbonato di calcio Ca(HCO
3
)
2
– aumento della temperatura
carbonato di calcio CaCO
3
+ acqua H
2
O + anidride carbonica CO
2
Bicarbonato di magnesio Mg(HCO
3
)
2
– aumento di temperatura
idrossido di magnesio Mg(OH)
2
+ anidride carbonica 2CO
2
Con le precipitazioni, il carbonato di calcio e l'idrossido di magnesio for-
mano depositi indissolubili, aderenti e compatti (calcare), con un ele-
vato potere isolante termico, che causano un aumento del consumo
energetico. La velocità di reazione con la formazione di depositi di cal-
care diventa maggiore con temperatura in aumento: di solito l'acqua con-
tenente calcare e magnesio (quindi acqua «dura») può produrre depositi
di calcare già poco sopra i 40 °C. Nella caldaia il calcare si deposita per lo
più nelle zone più calde e soggette ad un riscaldamento più intenso. Per
questo motivo le incrostazioni si presentano spesso solo in modo localiz-
zato in determinati punti, ovvero nelle zone con elevato carico termico.
Già a partire da uno spessore di calcare di 0,1 mm si presenta un potere
di raffreddamento ridotto del materiale sottostante. Un ulteriore ispessi-
mento dello strato di calcare causa un surriscaldamento della parte infe-
riore dello scambiatore di calore e può portare al danneggiamento
dovuto a sovraccarico termico.
La direttiva «VDI 2035 Foglio 1 - Evitare danni dovuti alla formazione di
calcare negli impianti di riscaldamento dell'acqua calda sanitaria», edi-
zione 12/2005 vale per gli impianti di riscaldamento dell'acqua potabile
a norma DIN 4753 e per gli impianti di riscaldamento dell'acqua calda
sanitaria a norma DIN 12828 con una temperatura di esercizio conforme
alle norme fino a 100 °C.
Obiettivo dell'attuale edizione della «VDI 2035» «Foglio 1» è semplifi-
carne l'impiego. Per questo si consigliano valori indicativi per la quantità
di agenti responsabili della formazione del calcare (somma delle terre
alcaline) in base alla potenza. La determinazione si basa sull'esperienza
pratica che i danni dovuti alla formazione di calcare possono presentarsi
in relazione alla potenza di riscaldamento totale, al volume dell'impianto,
alla somma dell'acqua di riempimento e di reintegro lungo tutta la durata
utile e alla costruzione del generatore di calore.
I seguenti dati sui nostri generatori di calore si basano su molti anni di
esperienza e sugli studi della durata utile, e stabiliscono le quantità mas-
sime di acqua di riempimento e di reintegro in base alla potenza, alla
durezza dell'acqua e al materiale della caldaia. In questo modo viene
assicurato il rispetto della «VDI 2035» «Foglio 1 - Evitare danni dovuti
alla formazione di calcare». Le richieste di garanzia per i nostri generatori
di calore valgono solo in combinazione con i requisiti qui descritti e pre-
sentando un registro di esercizio.
Con impianti a più caldaie si consiglia di mettere in esercizio contempo-
raneamente tutte le caldaia in modo che la quantità di calcare comples-
siva non si depositi solo sulla superficie di trasmissione termica di una
sola caldaia.
2.3
Misure di trattamento dell'acqua
Desalinizzazione totale
Con la desalinizzazione totale non vengono eliminati dall'acqua di riem-
pimento e di reintegro solo le sostante indurenti come ad es. il calcare,
ma anche gli agenti che favoriscono la corrosione come ad es. il cloruro.
L'acqua di riempimento e di reintegro deve essere emessa nell'impianto
con un conduttività
10 μS/cm (Microsiemens/cm). L'acqua completa-
mente desalinizzata con questa conduttività può essere messa a dispo-
sizione sia per le cosiddette cartucce a letto misto (con resina
scambiatrice di anioni e cationi) e anche per impianti di osmosi. Dopo il
riempimento di acqua completamente desalinizzata in un impianto fun-
zionante da più mesi, nell'acqua dell'impianto si instaura una circola-
zione povera di sali in ragione di VDI 2035. Con la circolazione povera di
sali, l'acqua dell'impianto ha raggiunto una condizione ideale. L'acqua
dell'impianto è libera da ogni sostanza indurente, tutti gli agenti che favo-
riscono la corrosione sono stati rimossi e la conduttività è su un livello
molto basso. La tendenza generale alla corrosione o la velocità di corro-
sione è così ridotta al minimo. La demineralizzazione totale è adatta per
tutti gli impianti di riscaldamento per il trattamento dell'acqua.
Addolcimento totale
Con l'addolcimento totale tutte le sostanze che producono calcare come
ioni di calcio e magnesio (somma metalli alcalino-terrosi) vengono elimi-
nati dall'acqua e sostituiti con sodio. Con caldaie in materiali ferrosi
l'addolcimento dell'acqua di riempimento e di reintegro è una misura
affermata da tempo per impedire la formazione di calcare. L'addolci-
mento totale è come la demineralizzazione totale è una misura consi-
gliata secondo VDI 2035. L'addolcimento totale non è adatto per
generatori di calore con scambiatore di calore in alluminio.
Addolcimento parziale
Un addolcimento parziale si ottiene di solito dosando l'acqua completa-
mente addolcita con l'acqua non trattata. L'acqua contiene ancora resti
di calcio. L'addolcimento parziale non è adatto per generatori di calore in
alluminio.
Trattamento dell'acqua calda sanitaria
K8 – 6 720 830 332 (2014/08)
3