Questo tipo di schematizzazione
è in realtà puramente teorico, vista
la tendenza, nella pratica, a combinare tra loro le diverse categorie.
La scelta di una tipologia di generatore e il suo dimensionamento
dipendono dalle effettive esigenze di utilizzo e da svariate condizioni:
numero utenti e fattore di contemporaneità
frequenza di utilizzo ACS
tipologia di abitazione (monofamiliare, plurifamiliare)
classe energetica edificio (ad esempio, una casa passiva necessita
quasi esclusivamente di energia termica per produzione di ACS)
diponibilità di energia da fonte rinnovabile
La scelta progettuale, anche in caso di sistemi di acqua calda sani-
taria, deve sempre essere orientata a massimizzare il comfort e
I sistemi di distribuzione ACS si distinguono in base alla tipologia di
unità abitativa cui sono destinati:
sistemi individuali o monoutenza. Produzione e distribuzione di
ACS sono effettuate localmente nella singola unità abitativa
sistemi collettivi o multiutenza. La produzione dell’ACS è effet-
tuata in centrale termica e viene poi distribuita alle singole utenze
tramite specifici punti di ingresso nell’unità abitativa (moduli)
sistemi collettivi o multiutenza combinati. La produzione del-
l’acqua di riscaldamento (circuito primario) è centralizzata, mentre
la produzione di ACS è realizzata localmente presso la singola
unità abitativa attraverso opportuni scambiatori di calore all’in-
terno di specifici punti di ingresso nell’unità abitativa (satelliti)
Unità residenziali monofamiliari sono ovviamente provviste di sistemi
di produzione/distribuzione individuali, mentre nelle unità plurifamiliari
(condomini) è possibile riscontrare sistemi sia individuali che collettivi.
Per garantire maggior efficienza del sistema edificio/impianto e il
contenimento delle emissioni inquinanti, l’impianto termico centraliz-
zato è tornato di grande attualità nelle nuove costruzioni condominiali.
Moduli e satelliti accolgono al loro interno i misuratori di energia e i
contatori volumetrici o ad ultrasuoni per effettuare la contabilizza-
zione diretta dei consumi relativi a ciascuna unità abitativa.
Nell’ambito dell’impiantistica condominiale, l’orientamento legislativo
verso sistemi centralizzati multiutenza è da attribuire al superamento
degli svantaggi tipici della produzione individuale:
costo degli impianti individuali più alto (più dispositivi di alimenta-
zione combustibile ed evacuazione fumi)
dimensionamento dei generatori individuali sulla base del carico di
picco, ossia la potenza di produzione ACS
proliferazione di interventi per manutenzione periodica e riparazioni
impossibilità a collegarsi con eventuale teleriscaldamento
difficoltà a passare a fonti energetiche alternative (biomassa,
geotermia, solare termico)
Sistema di distribuzione con satelliti
Nel portafoglio prodotti di Giacomini esiste una gamma completa
di moduli e satelliti per la contabilizzazione diretta dell’energia in
ambito condominiale. Mentre i moduli provvedono solamente alla
contabilizzazione di energia termica e ACS, i satelliti sono in grado
di provvedere alla fornitura, per ogni singolo appartamento, sia di
riscaldamento che di ACS, oppure della sola ACS.
Per la produzione di ACS, ciascun satellite è equipaggiato con scambia-
tore di calore e valvola di priorità. Lo scambiatore di calore garantisce
la separazione fisica tra l’acqua primaria di riscaldamento e l’ACS,
permettendo la produzione della stessa in caso di domanda da parte
dell’utenza. L’assenza di un accumulo di riserva (bollitore) riduce
le perdite di energia, permettendo inoltre al satellite di essere più
compatto, leggero ed economico.
Alcune tipologie di satelliti possono prevedere un secondo scambiatore
di calore lato riscaldamento: ciò avviene quando esistono condizioni
particolari sul lato primario, come una pressione eccessivamente alta
per i dispositivi in campo o rischi di corrosione.
Le temperature e le portate di ACS e riscaldamento possono essere
controllate attraverso diversi sistemi di regolazione, integrati nel
satellite.
Perché scegliere una distribuzione multiutenza con satelliti:
piccoli spazi tecnici richiesti
ottimizzazione costi di impianto: bastano 3 tubi (mandata riscaldamento, ritorno riscaldamento, AFS), non
occorrono 4 o 5 tubi (non bisogna installare ACS, più eventuale ricircolo ACS) come per i moduli
risparmio di energia e riduzione del diametro delle colonne, quando la temperatura di ritorno primaria è
controllata durante la produzione ACS nei satelliti elettronici (per mezzo di una regolazione di portata)
con la produzione locale di ACS, rispetto alla produzione centralizzata le tubazioni sono più corte e i rischi di
stagnazione inferiori (prevenzione anti-legionella)
un solo misuratore di energia (volumetrico o ultrasonico) per la contabilizzazione individuale di ACS e
riscaldamento
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Capitolo 1
L’evoluzione della distribuzione sanitaria: salute ed efficienza energetica