Implicazioni pratiche sugli operatori professionali

L’articolo della Direttiva Europea 98/83/EC che coinvolge in maniera

diretta progettisti e installatori è quello relativo a materiali e oggetti

che possono essere utilizzati negli impianti sanitari per acque desti-

nate al consumo umano.

Articolo 10 - Garanzia di qualità del trattamento, delle attrezza-

ture e dei materiali

Gli Stati membri adottano tutte le disposizioni necessarie af

finché

nessuna sostanza o materiale per i nuovi impianti utilizzati per la

preparazione o la distribuzione delle acque destinate al consumo

umano o impurità associata a tali sostanze o materiali per i nuovi

impianti sia presente in acque destinate al consumo umano in

concentrazioni superiori a quelle necessarie per il fine per cui sono

impiegati e non riducano, direttamente o indirettamente, la tutela

della salute umana prevista dalla presente direttiva; i documenti

interpretativi e le specificazioni tecniche di cui all’articolo 3 e all’arti-

colo 4, paragrafo 1, della direttiva 89/106/CEE del Consiglio, del

21 dicembre 1988, relativa al ravvicinamento delle disposizioni

legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri

concernenti i prodotti da costruzione

7

, devono essere conformi alle

prescrizioni della presente direttiva.

In Italia, per esempio, l’articolo 10 è stato recepito con il Decreto

6 aprile 2004, n. 174 - Ministero della Salute - “Regolamento concer-

nente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli

impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione

delle acque destinate al consumo umano”, pubblicato sulla G.U.

n. 166 del 17 luglio 2004 ed entrato in vigore il 17 luglio 2007.

Un effetto collaterale del fatto che questi regolamenti europei sono

normati dai singoli Stati membri è che non esistono norme tecniche

uniformi per l’Europa: ciò complica notevolmente la trasparente

applicazione di questi articoli.

Al fine di trovare una soluzione a questo problema, alcuni Stati

Membri hanno preso l’iniziativa di collaborare per la creazione

di standard condivisi per l’accettazione dei materiali e dei test di

collaudo.

Osservazione:

Attualmente è in corso uno studio di valutazione sulla revisione

della direttiva acqua potabile 98/83/CE.

Lo studio è stato affidato dalla Commissione Europea ad un

consorzio europeo e ha lo scopo di valutare l’opportunit

à di proce-

dere con la revisione della Direttiva, con particolare attenzione

all’articolo che incarica gli Stati europei di procedere in autonomia

in merito alla regolamentazione dei materiali a contatto con acqua

potabile.

NOTE

7

GU L 40 dell’11.2.1989, pag. 12. Direttiva modificata da ultimo

dalla direttiva 93/68/CEE (GU L 220 del 30.8.1993, pag. 1).

L’iniziativa 4MS e la lista UBA

Parallelamente alla redazione della Direttiva Europea per l’Acqua

Potabile, nel 1998 iniziarono i lavori per il delineamento e lo sviluppo

di uno schema europeo per la valutazione igienica dei prodotti in

contatto con l’acqua potabile, lo European Acceptance Scheme

(EAS). L’obiettivo era quello di creare uno schema di approvazione

universale per i materiali utilizzati nella distribuzione di acqua per

il consumo umano, rispondendo alla crescente consapevolezza

di tutelare la qualità dell’acqua potabile dalla fonte al rubinetto.

Questi lavori, inizialmente condotti sotto gli auspici della Commis-

sione Europea, persero gradualmente peso politico fino a rientrare

in un più generico e limitato progetto di “armonizzazione” nella

Direttiva dei Prodotti di Costruzione, soddisfacendo solo parzial-

mente gli ambiziosi obiettivi dello EAS.

Francia, Germania, Olanda e Regno Unito, fin dalle origini grandi

sostenitori delle idee dello EAS, nel 2007 decisero autonomamente

di seguire un approccio comune per la valutazione dei prodotti, con

la ferma intenzione di raggiungere gli obiettivi di sicurezza igienica

EAS nei propri confini. Dopo molti anni di lavoro informale, i quattro

Stati Membri (denominati poi come gruppo “4MS”) hanno ufficia-

lizzato la propria cooperazione con una dichiarazione di intenti nel

gennaio del 2011, con la formalizzazione degli accordi per l’ar-

monizzazione dei test per la sostenibilità igienica dei prodotti a

contatto con l’acqua potabile. Con l’obiettivo primario di garan-

tire la sicurezza igienica dell’acqua negli impianti sanitari, i 4MS

davano speciale enfasi alla continuità dei propri sforzi per contri-

buire attivamente al raggiungimento di un accordo europeo.

Le basi dell’Approccio Comune

I 4MS intendono adottare pratiche comuni, o comparabili diretta-

mente, per:

l’accettazione dei componenti usati nei materiali che entrano a

contatto con l’acqua potabile

il collaudo dei materiali

l’uso di metodi di test comuni e impostazione dei livelli di accettazione

la specifica dei test da applicare per i prodotti

revisione del controllo qualità di fabbrica e impostazione dei requi-

siti dei test

valutazione delle capacità di certificazione e enti di collaudo

L’obiettivo dell’Approccio Comune non è introdurre un sistema di valu-

tazione singolo che operi nello stesso identico modo in ogni paese:

definisce piuttosto un insieme di politiche e pratiche che possono

essere adottate nell’ambito delle strutture legali ed istituzionali

nazionali. Il fine ultimo, quindi, è garantire che i prodotti vengano

valutati in modo coerente e con gli stessi risultati, indipendentemente

dal luogo dove il lavoro viene svolto.

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Capitolo 1

L’evoluzione della distribuzione sanitaria: salute ed efficienza energetica