L‘acqua potabile riscaldata nell’edilizia residenziale o negli
edifici pubblici spesso viene preparata mediante un accu-
mulo. Per garantire l'igiene di questa acqua potabile, essa
deve essere conservata a temperature minime di 60 °C.
Questo comporta i seguenti svantaggi:
■
Elevato investimento nella scelta dei materiali ideali per
l’acqua potabile, p.es. acciaio inox
■
Formazione di calcare in seguito all’afflusso permanente,
al riscaldamento e all’accumulo dell’acqua potabile
■
Elevate spese di manutenzione e difficile accesso ai
componenti integrati, come p.es. scambiatore termico
ad accumulo, lance di spruzzo, anodi
■
Rischio di corrosione per gli accumuli rivestiti per il
permanente afflusso di ossigeno
■
Elevato rischio di igiene a causa della formazione di germi
nell’accumulo dell’acqua potabile in caso di mancato
rispetto delle temperature di accumulo prescritte, p.es.
guasto o mancato funzionamento del generatore di
calore
L’accumulo di energia nella sostanza acqua continua ad
essere la soluzione più economica per la copertura degli
oneri per il calore ambientale e l’acqua calda.
Nel frattempo in norme quali ad esempio la DIN 1988-200
si consiglia di predisporre questa energia in un serbatoio
tampone sotto forma di acqua di riscaldamento trattata.
Questo comporta i seguenti vantaggi:
■
Nessuna formazione di calcare nell’accumulo, in quanto
l’acqua di esercizio si trova in un sistema chiuso
■
Nessuna struttura integrata nell’accumulo e quindi
nessuna spesa amministrativa connessa
■
Minori costi di investimento, in quanto i materiali per
il riscaldamento e l'accumulo dell'acqua non devono
essere idonei per l'acqua potabile
■
Semplice integrazione idraulica di qualsiasi generatore
di calore, come per esempio le pompe di calore
■
Si possono realizzare le basse temperature di mandata
dei sistemi a bassa temperatura
■
Nessun rischio igienico anche con temperature di
esercizio < 60 °C nell‘accumulo
Nel riscaldamento dell’acqua potabile centrale e decen-
tralizzato secondo il principio del flusso, l’acqua potabile
viene riscaldata solo in base al fabbisogno e nelle quantità
direttamente necessarie. In questo contesto anche le
norme nazionali specifiche come DIN o SIA consentono
la riduzione della temperatura dell’acqua potabile a < 60 °C,
in particolare per il riscaldamento decentralizzato dell’
acqua potabile. Molte norme europee prescrivono inoltre
la riduzione della quantità di acqua potabile accumulata
e il riscaldamento solo del fabbisogno necessario.
Esempio al riguardo sono: ÖNORM B 5019:2011 (5.7.3 e
5.8.3), SIA 385/1 2020 e DIN 1988-200 (9.7.2.7).
PER I PROGETTISTI DEGLI IMPIANTI E PER I GESTORI QUESTO
COMPORTA I SEGUENTI VANTAGGI:
■
Risparmio energetico mediante un volume di ridotto
di acqua potabile in caso di disinfezione termica
■
Minore formazione di calcare grazie al basso livello
della temperatura e alle correnti turbolente
■
Ridotte perdite di circolazione grazie al basso livello
della temperatura
■
Minori spese di manutenzione grazie al semplice
accesso allo scambiatore di calore a piastre esterno
■
Riduzione del rischio igienico per l’acqua potabile grazie
all'assenza di ristagno dell'acqua potabile riscaldata
100
taconova.com | Tecnologia per sistemi
T
e
c
n
o
l
o
g
i
a
p
e
r
s
i
s
t
e
m
i