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© Ponte Giulio S.p.A., 2024
Schema concettuale che illustra la procedura definita dall’Inclusive design
e complessità; la seconda l’energia e la determinazione che spinge a esplorare nuove idee per
superare gli ostacoli trovando soluzioni alternative e innovative. La sfida creativa ed etica è
rivolta non solo ai progettisti, ma anche agli imprenditori, agli amministratori e ai dirigenti
politici a cui è chiesto di considerare costantemente l’inclusione come parte integrante della
loro visione proprio perché sono fondamentali decisori del processo progettuale in opera.
Il coinvolgimento attivo e creativo degli utenti finali, degli stakeholder (debitamente sele-
zionati) e degli experiencer (diretti e indiretti) è il pilastro del Design for All, che ha consoli-
dato da vent’anni la centralità di processi partecipativi. Gli individui eterogenei per cui sono
destinate le soluzioni – che siano prodotti, servizi o ambienti – devono essere coinvolti fin
dalle prime fasi del processo di progettazione perché portano una prospettiva unica e prezio-
sa sulla loro esperienza e sulle eventuali difficoltà che affrontano. Il team di lavoro collabora
con loro per comprendere i loro bisogni, preferenze ed esigenze specifiche, e trasformando
le informazioni in requisiti di progetto che daranno vita alle soluzioni opportune anch’esse
validate dalle persone coinvolte.
Il Design for All rappresenta una sfida che richiede tempo, impegno e talvolta costi ag-
giuntivi rispetto a un approccio tradizionale, ma riduce notevolmente la possibilità di errori
(e quindi a sua volta eliminando i costi di rettifica) proprio per la continua verifica “bot-
tom-up”. Inoltre assicura che le soluzioni siano mirate alla gradevolezza e non discriminanti,