e l’usabilità siano continuamente ottimali.
L’Universal Design è un approccio mol-
to diffuso negli Stati Uniti, in Australia e
non solo, che si basa su 9 principi chiave,
rendendo il processo di progettazione in-
clusiva apparentemente di semplice appli-
cazione: equità nell’uso, flessibilità nell’u-
so, semplicità e intuitività, informazioni
per tutti, tolleranza all’errore, riduzione
dell’Impegno fisico, dimensioni e spazio
adeguati, compatibilità con il futuro, e bas-
si costi d’uso. Seppur la lista (o manifesto)
sia ampiamente condivisibile, apprezzabile,
e nonostante non sia concordato un parti-
colare processo o metodo, questi principi
subiscono continue integrazioni e precisa-
zioni. La complessità del progetto contem-
poraneo e delle sfide richiede un continuo
adattamento, la disciplina riconosce (indi-
rettamente) che la diversità delle esigenze è
difficilmente riassumibile in pochi assunti.
In modo aperto o implicito, Design for
All, Inclusive Design e Universal Design,
tengono in considerazione l’impatto am-
bientale e il risparmio energetico – si af-
frontano sfide ambientali senza precedenti,
e pertanto promuovono una progettazione
sostenibile e responsabile per costruire
una società più giusta, sostenibile e inclu-
siva per le generazioni presenti e future ◆
1 Con il termine di Ergonomia Olistica L
uigi
Bandini Buti nel 2006 sviluppa una innovativa
concezione del progetto, introducendo il con-
cetto della valorizzazione dell’individuo nella
sua interezza, in contrapposizione con lo spez-
zettamento dell’uomo visto dagli specialismi.
(fonte WIkipedia)
In alto lo schema che sintetizza gli scopi
dell’universal design
a lato il grafico cerca di comparare le misure
individuate nel “Modulor” da le CorbusIer,
finalizzato a “normodotati”, e coloro che
hanno dei vincoli imposti dall’uso di ausili,
per limitarsi ad alcuni tipi di “limitazioni
fisiche”. É evidente come gran parte delle
“quote” siano sovrapponibili.
226,0 cm.
182,9 cm.
160,0 cm.
139,7 cm.
113,0 cm.
86,3 cm.
69,8 cm.
43,2 cm.
26,7 cm.
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