Stefano monelli
on “modulo sanitario”
vengono identificate del-
le “strutture” concepite al
fine di rendere più sem-
plice e rapida la messa in
opera di un sanitario, e
conseguentemente la configurazione di un
ambiente bagno, indipendentemente se si
tratti di un vaso, un bidet o un lavabo.
Senza dubbio l’elemento di maggiore
complessità da installare in un bagno, ma
anche quello che evidenzia più vincoli è il
vaso sanitario, in ragione dei collegamenti
“fisici” ai tubi di scarico e di alimentazio-
ne. Anche per tale ragione dai primi anni
sessanta si è assistito ad una profonda evo-
luzione delle tecniche di installazione di
questo articolo, ed in particolare modo per
quanto riguarda la cassetta di risciacquo.
In seguito tale processo di innovazione si
è esteso con l’introduzione di strutture in
grado di supportare lo stesso sanitario, che
fosse un vaso o un bidet. Tutto questo ov-
viamente, ha avuto luogo anche per asse-
condare lo sviluppo dei metodi di costru-
zione che, nel corso degli ultimi decenni, ha
visto affermarsi le tecniche a secco,
fino a
giungere a sistemi di installazione definiti
“leggeri”
In ambiti più specificamente tecnici,
come le “residenze sanitarie”, ma anche in
contesti dell’”ospitalità” come gli alberghi,
fin dal primi anni ottanta del secolo scor-
so, si era affermato l’uso di soluzioni che
prediligevano la scelta di “moduli sanita-
rio” specifici perché realizzati “su misura”
e con funzioni particolari come presenza di
doccette igieniche, maniglie di ausilio inte-
grate e sistemi di sollevamento dei sanitari
o per ragioni più pratiche per consentire
l’accesso agli scarichi.
Giungiamo così all’inizio del nuovo se-
colo, per assistere ad una “convergenza” tra
necessità costruttive e finalit
à estetiche,
che hanno contribuito in modo importan-
te all’affermarsi di un nuovo concetto di
modulo sanitario, non più limitato ad una
finalità tecnica, quindi dissimulato come
elemento architettonico, ma con dignità e
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